Voi non potete capire. Se non siete studenti continuerete a non capire. Oggi avviene un fenomeno raro, un allineamento strano, una magica coincidenza.
Oggi è il primo del mese. Ed è lunedì.
L’apoteosi di un nuovo inizio.
Ne parlavo proprio ieri sera con una mia amica. Si parlava del più e del meno, ed essendo anche lei studentessa “in carriera”, il dibattito si è inevitabilmente diretto allo studio. Noi studenti non resistiamo alla tentazione di farci dei piani di lavoro. Quante volte ho pronunciato “Dal primo del mese mi metto sotto seriamente” e altrettanto spesso ho detto “Lunedì inizio a fare sul serio”.
Quando le due cose coincidono è una goduria che non potete immaginare.
In fondo tutti gli studenti sono un po’ ossessivo-compulsivi. Siamo tutti un po’ “psichiatrici”. Abbiamo tutti la mania dell’ordine, la tentazione di stracciare la pagina quando la penna sbava, la voglia di lanciare via la calcolatrice quando il risultato non torna e ci sono troppi numeri dopo la virgola. Cerchiamo la perfezione, sottolineiamo con il righellino e la matita e guardiamo con orrore chi per fare da segnalibro piega lo spigolo della pagina. E soprattutto ci facciamo dei piani, dei programmi. Spesso non li rispettiamo e/o spesso sono troppo assurdi per essere rispettati. Provare a preparare più esami assieme, fantasticare di studiare più di una pagina in pochi minuti per poi ridimensionare il piano, e poi ridimensionarlo ancora e ancora per arrivare in fine a poche ore dall’esame con ancora mezzo libro intonso. E lì accorgerci che siamo nella merda.
Ma la cosa che il vero studente “psichiatrico” ama sono i nuovi inizi.
Aprire la prima pagina di un quaderno nuovo e scrivere in grande con la bic (quella buona, che non macchia) il proprio nome e la materia di studio. Amiamo il lunedì o il primo del mese perché significa cominciare un nuovo periodo. E quando le due cose coincidono andiamo in brodo di giuggiole. Amiamo il primo giorno del semestre perché non abbiamo arretrati, amiamo aprire un libro nuovo e sentire il profumo della carta stampata e anche se tutto ciò significa che stiamo cominciando a preparare quello che sarà un esame difficile lo facciamo più volentieri.
Insomma anche l’inizio ci offre le sue soddisfazioni.
Ma non solo noi. Non solo gli studenti amano queste occasioni. Il primo giorno di un mese, il primo passo di un cammino, il primo mattone di una casa sono da sempre qualcosa di affascinante. Perché? Perché punto e a capo. Ogni volta che scrivo un articolo fisso quella pagina vuota, quel bianco. E penso “Stavolta do il massimo!”. E mi tuffo nella scrittura. Così ogni mattina, così ogni lunedì e così ogni primo del mese. I nuovi inizi ci danno la possibilità di ricominciare. Abbiamo bisogno, estremamente bisogno di ricominciare. Come dice un detto “Chiusa una porta si apre un portone”. Ed è giusto che le porte si chiudano, che finisca un periodo, che finisca un anno, che finisca una settimana. Non a caso si fa il conto alla rovescia al nuovo anno. Lo si attende con così tanta ansia da contare i secondi. Ci avete mai pensato? Perché? Ci serve una linea che separi il passato dal presente. Che ci faccia assaporare il presente. E nulla è più magico di qualcosa che inizia. Quanto si è motivati il primo giorno di una dieta? E quanto il primo giorno di scuola? E il primo giorno di una relazione non è forse il più importante? Quella data diventa un anniversario. Ecco io penso che dovremmo vivere ogni giorno come se fosse il primo e non come se fosse l’ultimo (come dice qualcuno). Con l’idea di fare del nostro meglio, con l’idea di fare tutto perfetto, con tanti progetti e con tanta determinazione. Il passato non andrebbe mai rivisto se non per imparare dai propri errori.
Abbiamo bisogno del pulsante reset. Di girare quella pagina scarabocchiata e trovarne una completamente bianca pronta per essere scritta. Abbiamo bisogno che nella nostra vita, come in un tour ciclistico, ci siano delle tappe, dei punti da dove partire di nuovo tutti alla pari, di sapere che il passato è andato come è andato ma che noi possiamo riscattarci in questo giro. E abbiamo bisogno di qualcosa in cui credere. Abbiamo bisogno di montagne da scalare, torrenti da guadare, deserti da attraversare. Non dobbiamo darci traguardi esagerati, ma tante piccole tappe, tanti piccoli propositi da realizzare giorno dopo giorno. La vita è inutile senza qualcosa per cui lottare. Conquistare una ragazza, sconfiggere una paura o più semplicemente sopravvivere al mese che sta per iniziare. Abbiamo bisogno di obbiettivi per credere in noi stessi.
E crediamoci! Se non crediamo per primi in noi come potrà crederci qualcun altro?
Se il tuo blog fosse un libro e fosse pubblicato fra qualche anno, andrebbe intitolato “le memorie di un giovane saggio” :)
Condivido il tuo pensiero, che ogni inizio é magico. È’ carico di progettualità, di speranza, di aspettative e ti “carica” al massimo.
Il passato é passato e non ci puoi far niente, comunque sia andato… ma il futuro é una strada piena di possibilità
Buona strada, Nicoló!
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