Io vado a votare

Correva l’anno 2008.

L’America si avvicinava all’Election Day che vedrà vincitore Barack Obama.

Io andavo alla scuola media. Terza media per la precisione.

E presi una decisione: alle elezioni avrei sempre votato.

La scuola media. Penso non ci sia nulla di più inutile della scuola media. Un grosso parcheggio per adolescenti dai bollenti spiriti che sono troppo cresciuti per la tabellina del sette ma ancora troppo piccoli per un’equazione. Cosa impari dalla scuola media?

Io finivo in punizione perché leggevo il giornale. Non mi interessava il teorema di Pitagora piuttosto che la capitale del Portogallo. Io al mattino andavo in edicola e mi compravo Gazzetta di Parma e Repubblica. La Gazzetta per puro patriottismo verso la mia città, la Repubblica per le notizie internazionali. Come dicevo era il periodo delle elezioni in America, argomento affascinate, che avrebbe condizionato la storia per gli anni a venire. Feci una vera e propria rassegna stampa che tutt’ora conservo da qualche parte. Adoravo lo stile giornalistico di Vittorio Zucconi e lo invidiavo non solo perché lui era là a vivere le elezioni americane dal vivo ma anche perché le mostrava con i suoi articoli all’Italia intera.

A questo punto della storia introduciamo un nuovo personaggio. La prof. M. Giovane, alle prime armi, con 23 scalmanati in classe, un po’ sognatrice. La tipica professoressa che ci crede davvero. Un po’ comunista credo. Ma tra tutte le lezioni che ci fece, me ne ricordo diverse che mi hanno segnato per gli anni a venire. Partendo da quello che stava succedendo in America iniziò uno dei suoi discorsi. Un discorso sulle elezioni.

Ne riparlo oggi, a distanza di parecchio tempo perché sento tanti miei coetanei in vista del referendum che dicono “No, io a votare non ci vado”.

La prof. M. avrebbe dato di matto sentendo questa frase detta da un tredicenne, figuriamoci da un ragazzo con la maggiore età. La prof. M. era pazza. Sì, pazza. Perché fare un discorso sul voto a dei tredicenni che non sanno nemmeno allacciarsi le scarpe, che non possono votare, che non possono dire la loro? Perché sprecare tempo e fiato con dei ragazzini che con la testa sono già sintonizzati  su Italia 1 a pensare a DragonBall?

Eppure ci provò.

“Per arrivare al voto… per arrivare al voto ci sono voluti sacrifici di persone che hanno dovuto dare loro vita per ottenere questa opportunità. Per arrivare al voto ci sono volute lotte, manifestazioni, discorsi, proteste, presidi. È stato un percorso lungo, fatto di tappe, con una storia lunghissima, con cadute di dittatori, di monarchi, di tiranni. Anni e anni di storia del voto per raggiungere il giusto compromesso e garantire i diritti a tutti, uomini e donne, anziani e ragazzi che abbiano raggiunto la maggiore età. Il voto ci dà una grossa possibilità. La possibilità di scegliere. Di dire la nostra sul nostro futuro, su quello degli altri, su come la storia deve proseguire. Non importa che la scelta cada a destra, a sinistra o al centro; l’importante è che facciate questa scelta. Non importa che sia l’elezione del sindaco, piuttosto che del Presidente, piuttosto che un referendum. Ognuno deve votare. E ciò è un suo diritto ma in primis un suo dovere. Lo stato ci chiede pochi attimi, giusto il tempo di barrare con una croce la propria scelta. E non possiamo dire “non è un voto che fa la differenza” perché se tutti pensassero così il gioco finirebbe subito. Non votare è il modo sbagliato di votare. Come buoni cittadini dobbiamo dare in nostro contributo alla politica seppur minimo. Non bisogna tirarsene fuori.”

Centro.

Avevo tredici anni. Ricordo tutto come se fosse ieri.

E tra i banchi delle medie ho capito l’importanza di andare a votare.

Ho scritto questo articolo perché ritengo che prendere attivamente parte alla politica sia un dovere di ogni buon cittadino. Con il mio piccolo “giornalismo da blog” e con la mia personale esperienza spero di essere riuscito a passare il messaggio. Un messaggio forse banale, così banale che però la gente non capisce. I ragazzi schivano la politica, sembra quasi “roba da vecchi”, e non sanno che li riguarda così da vicino. Informarsi. Bisogna informarsi, leggere articoli, opinioni e pareri diversi, farsi piano piano una propria idea, vivere la propria vita politica, e mai dico mai farsi trascinare dalla corrente, urlando con il caps lock premuto l’ennesimo insulto al politico di turno, ma informarsi per capire, informarsi per resistere, informarsi per cambiare.

5 pensieri su “Io vado a votare

  1. ciorinja

    La tua professoressa forse – come dici tu – è stata “pazza” a raccontarvi certe cose. Nel 2008.
    Nel 1997 invece era abbastanza “normale” parlare di voto e costituzione alle scuole medie. Esisteva addirittura una materia con la quale si insegnavano proprio questi temi: l’educazione civica. Probabilmente anche allora c’era chi la faceva male o non la faceva per niente (io ho avuto una pessima insegnante di lettere al liceo classico, quindi tutto è possibile), ma credimi che è proprio ai tredicenni che vanno insegnati certi temi. Prima si è troppo piccoli, dopo si è troppo “abituati” a Dragonball e playstation.
    Passami il commento: evidentemente per te così inutile la scuola media non è stata ;)

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    1. L’idea che la scuola media fosse inutile era il mio personale punto di vista da tredicenne. Ma invece è stata utilissima, forse più di tante lezioni successive al liceo. Ho avuto la fortuna di avere dei professori che erano “umani” e trasmettevano nozioni che andavano ben oltre i libri di testo. La prof. M. ci aveva fatto leggere la Costituzione, le notizie di attualità, ci parlava di politica e di globalizzazione. Se ho il piacere di conoscere così tanti argomenti molto lo devo a lei. Quindi la scuola media nel 2008 non era poi così inutile… Purtroppo vedo tanti miei coetanei (ho 21 anni!) che ancora oggi preferiscono la playstation ad un buon dibattito di attualità. Forse non hanno incontrato nelle loro strade professori così appassionati o semplicemente per loro Italia 1 viene prima dell’Italia stessa…

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      1. ciorinja

        Meglio così allora. Evviva le prof. M di tutto il mondo ed evviva i gli alunni come te. Ci fai ben sperare che se avremo dei figli potrebbero non essere degli asociali ed incoscienti Pokemon dipendenti ;)

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  2. Dicevo, fa molto piacere leggere le bellissime considerazioni sull’importanza del voto(diritto\dovere) scritte da un giovanissimo…Davvero complimenti….E illuminante
    sull’importanza di continuare ad andare a votare anche se magari il mio voto sara’solo una goccia pesa nel mare….

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