Appoggiava delicatamente le mani lungo quegli ottantotto tasti, le dita lunghe, ossute e bianche sfioravano con armonia quel pallido avorio, quelle nere incastonature, quei lucidi tasselli.
Non aveva uno spartito, non una traccia, non una partitura eppure la sua musica era così limpida, così euritmica, così armoniosa.