Mi sento importante.
Unico e irripetibile. Anche se sono circondato da decine di compagni uguali ma proprio
identici a me.
Oggi vi racconto la mia storia.
In questo giorno particolare della mia vita. Una vita breve, per carità, ma che
oggi ha raggiunto il massimo della potenza che anche io non pensavo di avere.
Mi sento l’albero di Natale dell’estate.
Ma non sono un pino e nemmeno un abete.
Sono un Girasole!
<Buongiorno>. La mia giornata inizia così. All’alba alzo le spalle, alzo la testa e bacio il sole. Sorrido. Un sorriso solare. Guardo la bellezza di quella stella nemmeno troppo lontana dalla Terra, che ci scalda la vita, che ci scalda l’anima. Non guardo le decine di colleghi che mi imitano. Noi siamo fatti così. Il calore che trapassa anche le poche nuvole che ci sono. E ci nutre. Ci porta lontano. Cresciamo, scrutiamo il cielo e lo osserviamo fino a sera. poi chiniamo la testa, chiudiamo i petali. E dormiamo. Felici di aver passato un’altra giornata ondeggiando al vento, coccolati dalla brezza mattutina, sospiri dell’anima dell’atmosfera. Noi girasoli siamo così, i fiori più felici che esistono! E dalla nostra nascita fino al destino della fine, di un inverno che non siamo pronti ad affrontare, la vita prosegue nelle campagne del mondo, ovunque ci sia un luogo adatto, un contadino che ci ami e tanti, tanti bambini che passano in bicicletta salutandoci.
Oggi è Ferragosto. Il Natale dell’estate. Il momento clou dove anche le nuvole vanno in vacanza ed il cielo è tutto mio. Amo questa giornata. Simbolica. Un momento in cui tutti i giovani e i vecchi dovrebbero festeggiare e ringraziare il sole che illumina le loro giornate. Io il sole lo amo. Ok, noi fiori lo amiamo tutti ma io lo amo un po’ di più.
Mattino. Mentre l’alba mi fa capire che la giornata inizia, vengo annaffiato. Un potentissimo getto d’acqua bagna tutto il campo, ci sveglia, ci rinfresca. Ci fa capire che la giornata inizia. Ci regala qualche goccia che ci disseta, ci bagna i petali che rispecchiano la luce del sole, in lontananza udiamo il gallo che urla <Buongiorno!>. La campagna è così bella, le montagne all’orizzonte con i corpuscoli innevati anche se siamo in piena estate, ghiacci invalicabili che quando il vento soffia dalla loro direzione ci portano l’aria dell’alta quota fino a terra. Dall’altra parte in lontananza il mare che ci regala un po’ di sale quando l’aria soffia nella direzione opposta.
Arriva il contadino. Lui ci ama. Devo ancora capire perché. Con la sua mano mi strofina i petali come se fossero i capelli di un bambino. Mi sento suo figlio. Ci nutre, ci concima e taglia le erbacce dai nostri piedi. Ci parla anche, ci racconta la sua giornata, ci vuole bene ad ognuno di noi. La sua voce è calma e felice di parlare con noi.
Comunque, dicevo. Oggi è Ferragosto. Il Natale dell’Estate. Il sole comincia a brillare e splendere più bello che mai. I suoi raggi mi afferrano il volto e lo trascinano vesto il cielo, la sua luce dà un senso alla mia vita.
Ma oggi la giornata non sarà come quella di tutti i giorni. Sarà la più bella della mia vita.
Un ragazzo arriva a bordo del campo. All’improvviso. Si guarda intorno. Ha uno sguardo pensieroso e sospetto come se stesse per commettere un delitto. È elegantissimo. Una camicia a righe azzurre, pantaloni blu di un vestito probabilmente e le scarpe in tinta ma molto molto eleganti.
Ci osserva. Come se volesse qualcosa. Come se volesse rubarci la gioia che proviamo in questo campo. Muove lo sguardo fissandoci uno ad uno, intimorito e pensieroso.
Si guarda alle spalle. Non c’è nessuno.
<Tu sei il più bello!>
E mi taglia il gambo il più in basso possibile.
Mi sento morire. So che il mio destino finirà oggi. Magari in una bottiglietta di plastica su un balcone, o piantato per pochi giorni in un giardino finché la mia vita non si spegnerà.
Urlo. Nessuno mi può sentire ma urlo, parole cattive, insulti e tutto l’odio che provo verso questo ragazzo che mi ha rubato. <Tranquillo, sei in buone mani, bellissimo> sono le sue parole mentre corre lontano dal campo in una stradina di campagna. Sale su un’auto e mi porta con lui al posto del passeggero. Mette la prima e sgomma in una corsa frenetica.
<Perché diavolo mi avrà rapito sto incivile!> i miei pensieri sono una nuvola di maltempo che mi gira per gli stami che ho in testa. <Non vedrò più il sole, non potrò più scambiarmi sorrisi su sorrisi con quella stella, non sentirò più il fresco di quando ci innaffiano, non sentirò più l’odore agre ma piacevole del concime, il vento e tutto.
Fisso il ragazzo, elegante, con un volto che sembra essere totalmente assorto dai suoi pensieri, da chissà quale fantasia, da chissà quale scopo perché mi ha rubato.
Lui guida e va. Ormai la giornata sta passando e io l’unico sole che vedo lo fisso da un finestrino. <Mi mancherai amico caro>.
Improvvisamente si ferma. Guida male il ragazzo. Si ferma bruscamente e spegne la sua macchina. <Dovevo morire proprio il giorno di Ferragosto?> penso.
Mi prende. <Maledetto! Dove staremo andando?>.
Suona ad un campanello e sale le scale di fretta con me in mano, poi mi poggia in un angolo e apre una porta.
<Ciao>. È una ragazza. <Buon Ferragosto>
<Buon Ferragosto anche a te… Chiudi gli occhi!>
<Non sarà l’ennesimo tuo scherzo cretino o una fantasia strana?>
<Chiudili e basta…>
La ragazza chiude gli occhi.
Lui mi prende e mi mette a piene mani davanti alla ragazza.
<Ti amo>
Lei apre gli occhi. E io rivedo il sole. Nel suo volto vi è il sorriso più luminoso e caldo di sempre, vi è la passione dell’amore che scalda più del sole, vi è la gioia di una ragazza che non mi aspettava… i suoi occhi si illuminano di emozioni, di sentimenti, il suo sorriso splende, si mordicchia le labbra come in imbarazzo ma felice come una Pasqua. E siamo a Ferragosto, ciò non vale… mi osserva. Vedo la gioia, vedo i raggi che sprizza di allegria. Vedo la felicità che gira per un volto. Tutto l’amore del mondo è lì, in quella faccia, in quegli occhi. La bellezza di tanta, ma tanta gioia che i due ragazzi vogliono condividere l’uno con l’atro, emozioni pure, raggi di un’atmosfera di felicità. Ho visto il sole nella sua faccia.
Cado a terra.
Lei bacia il ragazzo.
Cado a terra e muoio. Ma muoio felice. Felice di aver visto il sole.
Buon Ferragosto a tutti. Spero siate felici. Come quel girasole.
Bellissima storia
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Adoro i girasoli e la tua storia è molto dolce seppure drammatica per il povero girasole reciso, sì, ma andato via felice.
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Molto piacere Paola
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Piacere Nicolò! :)
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Molto Interessante
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Piacere Efabori
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