Il mio nome è LG. Non ho mai capito cosa significhi.
Ma vivo. Un core Intel, un’anima Microsoft e una razza Philips.
Poi sono centinaia i nomi dei pezzi che mi compongono, degli organi interni nei
quali scorrono al posto del sangue elettricità e dati. Un flusso di fibre che trasmette
dalla mia memoria dati, che con i miei programmi fa musica, arte e video, che
con la mia connessione fa conoscere il mondo al mio proprietario.
Andava tutto bene.
Ma oggi sono morto.
E sono andato in paradiso.
<Accidenti, non si accende nemmeno più>. Così mi ha trovato l’uomo che mi amava, che basava la sua vita su di me. Io ero vecchio e la fine la sentivo vicina. Una scarica elettrica mi ha percorso tutto il sistema e mi ha tolto l’anima. I tecnici hanno fatto l’autopsia. Hanno salvato tutti i dati che potevano e poi mi hanno seppellito. In uno di quei cassoni ai bordi di quei super negozi tecnologici che raccolgono noi morti.
Ma anche noi computer abbiamo un’anima.
E così mentre penso di addormentarmi per sempre, mentre la poca energia che si è accumulata nei miei cavi, nelle mie vene si spegne per sempre, chiudo gli occhi, spengo l’ultima lucina della scatola che mi contiene. E muoio.
Pensavo che quando mi avrebbero spento per l’ultima volta finisse tutto lì. Invece da oggi sono in paradiso.
Arrivo, non sono più un oggetto, ma una pura anima, non ho un aspetto fisico se non una gran luce e mi sento muovere. Mi sento anche come se fossi stato acceso adesso per la prima volta ma già con tutta la memoria e i software aggiornati.
Guardo lo sfondo. <Ma allora il paradiso esiste>.
<Certo che esiste!>. Mi volto spaventato. A parlarmi è stata un’altra
anima.
<Piacere! Io sono un MAC>
<Piacere… ma dove siamo?> gli rispondo perplesso.
Siamo nel posto più bello. Siamo nell’eternità.
Io guardo davanti a me. È un panorama immenso, ma famosissimo: il campo che si usava come sfondo nei Microsoft. Ma qui non è confinato tra i pixel di un Philips è veramente infinito. Sono morto. E non pensavo che dopo la morte ci fosse qualcosa. Invece sì! E sono circondato da altre anime, fantasmi di diverse forme e colori che vagano volando per questo campo immenso, alcune con i vestiti di Mario Bros, altre con le divise dei calciatori in Fifa.
<Dove siamo?> ripeto io al MAC.
<Dove anime di pc, videogiochi, e cellulari arrivano una volta che la loro
vita finisce> e sorride.
<Ma come è possibile?>
<Quando il nostro proprietario ci utilizza ci regala parti della sua anima. Uno
scrittore mette i suoi sentimenti in un pc, un innamorato nei messaggini con la
sua amata, un nerd mette la sua energia in una Playstation. Noi ereditiamo
pezzi di anima da chi ci utilizza. Anima che poi quando i pixel si fondono e il
raffreddamento si blocca vengono qua perché siamo morti>
Non ho parole. Non riesco a credere dove mi trovo.
Mi si avvicina un vecchietto. Ride. Ride senza freni.
<Io ero il portatile di un comico. Nella mia memoria ho le migliori battute,
pensate e ponderate da lui, nei suoi film…>. E ride ancora.
Arriva anche un’aquila. È il logo della Tecktonik. Musica andata persa in
canali Youtube ormai chiusi. E parte una canzone di pura musica elettronica.
<Il mio proprietario era appassionato. Queste note le ha scritte lui,
proprio da me!>
Ne arrivano altre di anime. Quella di un architetto che aveva progettato un
ponte di una route americana, il computer di un grafico di riviste e perfino il
computer di una pornostar.
Ognuno di loro mi racconta storie incredibili. Amori nascosti nati su un profilo Facebook e sbucati in matrimoni, storie di malattie e guarigioni raccolte da un personaggio di un ospedale, storie di noiosi documenti di un avvocato. Ma altri mille. Decine di tesi di maturità o di laurea spuntano dalle voci delle anime dei pc che mi circondano, racconti di gare a Mario Kart tra due innamorati, piloti di aerei che hanno passato ore se non mesi su AirSimulator. E così via.
Ogni computer ha una storia da raccontare.
Tutti specializzati in qualcosa. Tutti con migliaia di dati nella memoria dell’anima che si portano dietro.
<E tu?> mi chiede MAC
Un rapidissimo riavvio della memoria e poi leggo la mia anima.
<Io ero il computer di un giornalista innamorato. Su di
me ha scritto centinaia se non migliaia di articoli per molti quotidiani,
locali e nazionali, per uffici stampa… da lui ho imparato come gira il mondo,
come gira la politica, come si scrive un rapporto di una riunione. Ma nei suoi
articoli vi erano emozioni, le emozioni di una persona che diventa ricco con un
grattaevinci e le emozioni di due vecchi che festeggiano 50 anni di matrimonio.
La gioia di una guerra che finisce e la angoscia di una madre che perde suo
figlio. Poi le foto… centinaia di momenti speciali ripresi da uno scatto ad
alta definizione. Cronache di città, cronache di nazioni, commenti e scritti
che passavano di mano in mano, da persona a persona e il tutto partiva da me. Che
bello poterlo raccontare a voi…>
<Ed era innamorato?>
<Sì, innamoratissimo. Dopo un pomeriggio di lavoro, dopo 5 articoli battuti
con velocità, dopo l’impaginazione di una rivista o l’esposizione di un’intervista
scriveva d’amore. Scriveva lettere. Ad una ragazza che avevo visto solo in
foto, non lo ha mai seguito nel suo lavoro, e che lui amava alla follia. L’anima
di quel giornalista, che ha scritto anche dei libri con me, è racchiusa nella
mia memoria. Emozioni di cuore, emozioni di vita. Racconti di quando le offriva
il gelato e si baciavano al sapore di crema, di quando la portava al cinema con
la sua macchina e di quando dopo la sua lunghissima giornata di lavoro le
scriveva una lettera. Ho tutto qui dentro nella mia memoria. Ma qui cosa trovo?>
<Ognuno di noi ha fatto la tua stessa vita: un “Ciao” su Facebook o un algoritmo di felicità per programmare qualcosa di dolce, foto di reportage impegnativi e telefonate al presidente della repubblica. C’è chi ha scritto romanzi, chi ha scritto biografie, chi ha scritto la storia del mondo. Chi ha prodotto le canzoni più belle di sempre registrandole con i suoi software!>
<E quindi?>
<E quindi qui siamo tutti legati, ci scambiamo storie d’amore, ci scambiamo tesi di maturità, foto porno e messaggi criptati scambiati tra due criminali. Se hai qualche domanda non devi fare altro che chiedere ad un’anima di Google!>
Sorrido.
MAC mi guarda.
<Benvenuto in paradiso>