Giornata mondiale della Fotografia – Foto di un fotoreporter

<Oggi è la giornata mondiale della fotografia. Mandami la foto più bella che hai che ci scrivo un articolino!>
<E quale scelgo?> mi risponde Mario.
<Una che rappresenti quello che mi hai insegnato con la fotografia… nei pochi giorni che ci siamo conosciuti!>
Mario è in difficoltà. Nei suoi computer ha archiviato decine di fotografie, con migliaia di tematiche diverse. Ognuna che racconta una storia, volti di personaggi importanti, momenti che verranno scritti sui libri di storia, scatti di decine di luoghi in momenti significativi.

Mario non sa quale inviarmi.

<Mario la scelgo io!> gli rispondo velocemente.

Dopo nemmeno un quarto d’ora gli mando un messaggio: <Ho scelto!>

Mario è un po’ stupito, ma contento.

Poi ci incontriamo.

<Dai Nicolò dimmi quale hai scelto che sono curioso, anzi curiosissimo!>

<Prima di fartela vedere te la descriverò… con uno dei soliti miei racconti. Quelli che ti piacciono tanto per il progetto che mi hai proposto: foto – racconto. Ogni volta che tu mi mandi uno scatto e io ci creo intorno un mondo, gli do un’anima, spiego le emozioni della persona a cui la foto non ruba solo immagini a colori, ruba la descrizione della sua anima, vede il suo futuro, vede il suo destino, ma anche il suo passato, anche il suo inconscio…>

<Va bene dai parlami di questa foto…>

<Un momento, uno sguardo, due occhi vigili e quello che io sospetto sia un sorriso. Il volto di una vita. Un’esistenza iniziata tanti anni fa, con tante storie da raccontare e credo che negli anni lui le abbia raccontate alla perfezione. Un sorriso compiaciuto, soddisfatto come per dire “Cazzo ce l’ho fatta!” e si nota dal suo volto la gioia di aver trasformato la sua passione nella sua vita…>

<Deve essere proprio una foto fatta bene!>

<Non è la nitidezza di una foto che trasmette emozioni, sono i dettagli! Il look di un personaggio curato, ma al tempo stesso un po’ ribelle, come quello che vedo in questa foto ti fa capire che la persona al tempo stesso può apparire elegante nel lavoro che fa, ma il suo volto testimonia la sua determinazione e la sua fantasia nel farlo bene!>

<E tutte queste cose da dove emergono?>

<Da quello che mi hai insegnato tu a Solferino. I dettagli fanno la differenza. Vedo per esempio i suoi capelli pettinati ma un po’ ribelli, i suoi occhiali sportivi e squadrati, moderni. La barba e i baffi in apparenza non curati, ma un dettaglio che il protagonista della foto tiene a mostrare per far capire che la sua vita è una vita vissuta…>

<Ti prego fammela vedere>

<Aspetta! Altri dettagli che mi hai insegnato tu! Non è in movimento. Come se fosse stato chiamato in un momento dove era sopra pensiero e si sia girato spontaneamente. I suoi occhi ti fissano come per dire “Ma tu cosa vuoi da me?” Il volto quasi sorpreso come se fosse stato colto in un attimo fuggente…>

<Posso sapere a chi corrisponde questo ritratto?>

<No, anzi prima devo inventare la sua storia. Essendo oggi la giornata mondiale della fotografia è un fotografo. Nei suoi occhi si legge l’abitudine di prendere una posa al volo, nel suo sguardo si nota la curiosità di ricercare l’inquadratura migliore, la voglia di fare uno scatto che trasmette emozioni o dubbi, o allegria o estrema tristezza… dai inventiamo con il nostro gioco! Lui è un fotografo e in questa foto sta pensando alla sua carriera. E ci pensa perché sta fissando una macchina fotografica, molto probabilmente impugnata da sua moglie o da qualche suo amico che vuole provarla… e guardandola, guardando l’obiettivo pensa alla sua vita…>

<Ma…>

<Per una volta si ritrova dalla parte opposta. Si immedesima. E ha un colpo di genio. Solo diventando un’inquadratura capisce l’importanza della fotografia. Che con uno scatto puoi sottolineare la bellezza di una donna nella sua semplicità, puoi mettere in evidenza la potenza di un aereo che sta scalando il cielo, puoi mettere in evidenza migliaia di volti soddisfatti ed emozionati che vedono l’ultimo concerto di una band. L’uomo, o meglio il fotografo, a cui puntano la sua rivoltella alla testa e viene colpito in pochi secondi capisce la potenza della rivoltella che ha impugnato per anni, con la quale ha sparato a migliaia di persone immortalandole per sempre. Sì, è vero vi è la banalità di un sorriso ma anche lo sguardo di una mamma che incontra suo figlio in aeroporto dopo che è tornato dall’Erasmus di sei mesi. Lo sguardo perso e lacrimato di due bambini al funerale del nonno, gli occhi che sono come un libro in cui si possono leggere decine di capitoli, uno sguardo che ti dice se il protagonista prova perplessità o dubbi… come te adesso!>

<Nicolò non scherzare, fammi vedere la foto>

<In una foto in cui si nasconde una vita. in cui io, una sottospecie di giornalista potrei parlare per ore basandomi solo su quello scatto. Da te ho imparato che esistono foto che rappresentano l’amore, altre che rappresentano l’odio o la disperazione di uno che non ha più soldi e non ha più nulla per vivere. Ma esistono anche foto che ci ispirano curiosità, foto che guardiamo in treno e ci mettiamo a correre con la fantasia più di lui, ci mettiamo a navigare, ci mettiamo a volare. Le foto sono parole riportate a non lettere su tela…>

<Ti ho insegnato tutto questo? Ad usare tutta questa fantasia da una foto?>

<No, non me lo hai insegnato tu… ma il fotografo che è presente in questa foto!>

E la prendo tra le mani e gliela mostro.

<Ma… ma sono io!>

<Sì, buona giornata mondiale della fotografia e grazie. Grazie per avermi insegnato il valore che può avere un singolo scatto!>

Dedicato a Mario, il fotografo che la Croce Rossa mi ha fatto conoscere! https://fmfotoreporter.wordpress.com/

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