Papà Leone è tornato!

<Simba vieni qua!>
<Che due balle papi, dai che cazzo c’è?>
<Dai che dobbiamo girare la scena del film, diventeremo ricchi e famosi al Parco Le Cornelle!>
<Non ci ho sbatti, noi leoni non facciamo film, mangiamo il culo alle zebre e passiamo i pomeriggi all’ombra a far capire che comandiamo noi!>
<Ma noi non comandiamo Simba… i miei capi sono della Disney>

Il solito pomeriggio di Mufasa e Simba comincia così.

Nella mia fantasia.

Un leoncino maleducato. Un padre che lo sopporta intere giornate. È la mia storia. Quella di me e mio padre. Che ovviamente influenza la fantasia. E così il film del Re Leone che esce oggi io l’ho già visto, stanotte nella mia testa.

La storia continua.

<Dai Simba alzati dal divano e vieni a fare un discorso con me!>
<Papi sto guardando Spongebob che mi sembra un cartone migliore del nostro, c’è più ironia, c’è la vita di tutti i giorni. Qui solo tigri, zebre, un cinghiale troppo euforico e mai un gelato al pistacchio da mangiare! Solo zebre (maleducatissime tralaltro) mentre Spongeboob ha amici, videogiochi e perfino un gatto. Ma se non vuoi parlare di lui parliamo dei Simpson: Omer lavora in una centrale nucleare! Dove lavoriamo noi? Siamo i re della savana e non abbiamo un cazzo da fare>
<Vieni Simba, vieni… guarda lo spettacolo davanti a noi>
<Già visto… su Discovery Channel direttamente dal divano. Dai papi trovati un lavoro più serio che il re della savana! Che poi quando mi avete battezzato mi avete fatto alzare da una scimmia su un palco con tutti che applaudivano. E avete fatto pure il video che è diventato virale! Dai papi, fammi fare qualcosa… Mandami a scuola! Fammi andare in palestra o trovami una ragazza!>
<Simba ma devi scantarti, devi vare tutto da solo! Qui nella savana ci sono io che ti porto la cena, l’elefante che ti dà i passaggi quando vai a fare il bagno in piscina e la mamma che ti ha regalato televisione e computer. Cosa vuoi di più?>
<Intanto uscire dalla fantasia di Bertolini che come al solito si rischiano delle brutte scene, poi vorrei divertirmi. Magari come lo stesso Bertolini che in questo momento è lui che corre nella savana con me e la sua fantasia>
<Simba vedrai presto il regno sarà tuo. E noi al parco faunistico le Cornelle faremo tanti selfie con i bambini di otto anni che ci vengono a trovare>
<Sì, ma papà Bertolini non vuole nella sua fantasia bimbi di 8 anni. Vuole solo ragazze, eleganti e possibilmente simpatiche (e soprattutto maggiorenni) che gli diano lezioni di vita e che lo scantino un po’. Perché in questo momento è solo davanti ad un computer a scrivere sta storia>
<Va bene Simba, siccome sono comandato anche io dalla sua fantasia verterò il discorso in qualcosa di serio. Simba tu apprezzi tuo papà?>
<Certo che lo apprezzo. Mi ricorderò sempre quando in un autogrill mi ha regalato la cassetta che era ancora in VHS dell’ultimo film di Winnie Pooh, per me fu uno dei gesti più significativi della mia vita. Me lo ricorderò per sempre perché anche quello è un cartone migliore del nostro…>
<Vedi che ti ricordi di me! Dimmi altri bei ricordi!>
<Anche se noi leoni non andiamo a pesca tu mi hai portato a pescare. La prima volta me la ricordo benissimo, con quella canna tutta vecchia e scaccia. È un ricordo bellissimo. Grazie papà>
<Simba continua a parlarmi di queste cose che io consideravo routine, quasi banali, che ti hanno colpito!>
<Bhe quando mi hai prestato la tua macchina fotografica. Per me è stato un dono prezioso. Quando abbiamo guidato assieme per la prima volta, quando mi hai fatto scoppiare i petardi nel capodanno del 2000 me lo ricordo benissimo>
<Ma simba noi leoni non facciamo queste cose?>
<Ecco vedi papà perché mi fai incazzare perché io sarò pure un leone nella mente più psichiatrica di questo mondo, nella mente di Nicolò, ma mi viene in mente tutto il bene che mi hai voluto in questi 24 anni, anche quando mi hai lucidato il pelo, aiutato a farmi la barba che sennò sembravo uno scimmione, e quando mi hai insegnato tante cose. La foto che ho caricato mi ha ispirato questo discorso, questa storia dedicata a te papi, dedicata a chi anche se non sono scantato si impegna perché mi scanti. Lo ringrazio. Soprattutto per avermi prestato questo computer per inventare questa storia del cazzo. Una storia che dedico a lui che anche stasera gli tocca sopportarmi>

Dedicato a Franco Bertolini

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