Ore 21,30
Biblioteca della facoltà di Medicina G.Ottaviani, Parma.
Davanti a me due libri aperti, una dispensa, gli appunti e ogni sorta di cancelleria disponibile sparpagliata sul tavolo.
Disperazione.
Tanta.
Sessione estiva
Non si molla un cazzo!
Si studia e si fatica per i CFU e per la fica.
Ma da circa due ore sto guardando l’ultimo paragrafo di un capitolo con la bava alla bocca e con gli occhi che si incrociano e guardano uno ad est e uno ad ovest.
Un cazzo di mezzo paragrafo. Che voglio finire.
Mi guardo intorno.
Piano piano ragazzi e ragazze sparsi per i tavoli cominciano ad alzarsi e a raccogliere il proprio ciarpame.
Una sedia fa rumore.
-Shhh!!- qualcuno dietro di me si lamenta.
Una ragazza ride probabilmente leggendo un messaggio sul cellulare dopo la giornata di studio.
-Shhh!!-
Ancora.
Mi giro.
Un ragazzo chino sul libro si sta spazientendo per il rumore.
Lo osservo.
Mani sopra le orecchie e studia.
Decido di osservarlo un po’.
In lontananza il bip del lettore dei badge.
-Shhh!!-
E alza le mani in segno di imprecazione.
“Poverino” penso “chissà quale difficile catena metabolica sta cercando di memorizzare, chissà quale difficile nomenclatura sta cercando di imparare, magari un processo farmacologico tosto o una malattia con mille dettagli da memorizzare”
Lo guardo un’ultima volta e torno a cazzeggiare sul libro.
Passano i minuti.
La gente si alza e fa rumore.
E ogni tanto lui ci pianta il suo solito –Shhh!-
Ad un certo punto ci fanno segno che devono chiudere.
Mi guardo intorno.
Siamo rimasti solo io e lui.
Mi alzo e faccio la borsa, mi metto il cappotto e mi accingo ad uscire.
Nel farlo un occhio mi cade sul suo libro aperto.
TEORIA DELLA PATENTE A E B
AH.
Il Blog di Nicolò 