Il signor P

Ore 23.
Tornavo a casa dopo un lungo pomeriggio stressante passato a studiare e ripetere.
Con il mio fuoristradino abbastanza ignorante.
La fatica negli occhi e nell’anima.
Guido prudentemente, soprattutto la sera dove gli occhi sono un po’ più stanchi.
Le strade poi sono affollate il sabato, zeppe di giovani che si rincorrono tra un locale e l’altro, troppo spesso con il fischio nelle orecchie per la musica troppo alta e il bicchiere troppo pieno.
Io invece forse sono troppo prudente.
Cintura.
Vado piano.
E difficilmente sorpasso.
Tipo Ned Flanders.
Lascio sempre attraversare chi ne ha bisogno, con un gesto di cortesia sempre più raro nelle nostre strade.
Quando vedo lui.
Ritto in piedi a pochi metri dalle strisce pedonali.
Suppongo sia un uomo anziano, intimorito ad avvicinarsi anche solo al ciglio della strada.
Chissà da quanto aspetta poveretto.
Rallento.
Lo osservo meglio.
Pantaloni scuri, penso neri.
Una giacchetta grigia che mette in evidenza un po’ la sua gobbetta.
Rallento ancora.
Non capisco bene cosa abbia in testa, forse un buffo cappello o forse sotto la giacca tiene una felpa blu.
Comincio a chiedermi se conciato così possa essere davvero un vecchio o uno dei tanti spacciatori che bazzicano la zona.
Orma sono fermo davanti alle strisce pedonali.
Ma lui è lì impassibile.
Gli faccio cenno con una mano di passare in un atto di estrema gentilezza.
Impassibile.
Guardo meglio.
E niente era un parchimetro.

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Reportage su infermieri di Parma

Un mio articolo sul giornale dell’Università di Parma che riporta la testimonianza di tre giovani infermieri che lottano nei reparti e sulle ambulanze contro il Coronavirus. Un articolo a mio parere molto interessante che propongo anche qui sulla mia pagina di WordPress. A volte non si può aiutare vivendo delle avventure ma si può aiutare riportandole e facendole conoscere a molte persone. Questo è il mio impegno in quarantena!

Non ora, non adesso!

Non ora, non adesso!
Non è il momento di piangerci addosso!
Non è il momento di dire basta
Di chiudere la nostra vita in una busta
Non è il momento di baci e carezze
Di notti assieme, di gloria e ragazze
Non è il momento di un soffio di respiri
Non è il momento dei beati capogiri
Non è il momento di corse, balli e feste
Guarda il mondo dalle finestre!
Guarda i titoli dei giornali, guarda le notizie
Sintonizza le radio, accendi i tg
Garda le strade, la guerra è qui!
E tutti noi siamo chiamati a lottare
Siamo chiamati a combattere
In camera o in salotto
In cima al solaio o dal piano di sotto
Da casa nostra, dal nostro appartamento
Capisco lo sconforto
Capisco lo sgomento
Si deve lottare dalla finestra
Mai si deve abbassare la testa
Da lì sarà vera lotta
Chiacchierando sul cellulare
Guardando un film
Leggendo un libro
Convivendo con la noia
Né pianti di angoscia né pianti di gioia
Né corse nei prati o per le vie
Tutto sarà fermo, tutto sarà freddo
Della primavera non vedremo la luce
Ma tutto finirà
E saranno grida di vita
Schiocchi di dita
E di canzoni da cantare e da gridare al vento
Della squadra il festeggiamento
E combattendo nella solitudine di gruppo
Ce la possiamo fare
A vincere questa gara
Anche scrivendo delle poesie

#GiornataMondialeDellaPoesia

Tutto questo finirà…

Tutto questo finirà…

Finirà il virus, la quarantena, i telegiornali che danno orribili notizie, che contano i morti e i sopravvissuti di questa epidemia, finirà questa infezione che sta rallentando il mondo intero.
Finirà tutto. Nel migliore dei modi. Ci vuole solo pazienza.
Torneremo a correre per le vie, torneremo in Università e a scuola, torneremo a baciarci.
Torneremo a vedere le partite negli stadi, e perché no a giocarle noi stessi.
Ma il tempo non si perde mai. Non si deve perdere mai.
State in casa, sì, stateci che è strettamente necessario per la fine di questo grosso problema.
Ma non perdete il vostro stile. Metteteci del vostro.
Ammazzate il tempo. Uccidetelo. Fatelo fuori.
Curatevi. Curate la vostra bellezza. Curate tutto ciò che vi circonda.
Amatevi, ma amate voi stessi perché siete voi l’amore della vostra vita.
Prendete soffi di vita, soffi di respiri a piene mani.
Non mollate neanche un minuto.
Leggete. Il mondo è fatto per essere letto. Leggete libri che leggevate da bambini o se avrete sempre letto quelli leggete libri da adulti. Prendeteli a piene mani, sfogliateli, fate il solletico alle pagine, carezzateli e corteggiateli. Leggeteli con avidità come se fosse l’ultima cosa che leggete, leggeteli con una verve che vi farà vivere le stesse avventure incise nere su bianco.
Amate i tempi morti. Curatevi, fatevi una bella doccia ma di quelle che dura anche un’ora, un’ora e mezza. Prendetevi i vostri spazi, fate ordine nelle vostre vite.
Guardatevi un film, ma un film con stile non le solite stronzate che guardate per ingannare il tempo. Guardatevi un film di Benigni, di Fellini, di qualcuno che ha due palle grosse che fanno paura.
E vivetelo, vivete il vostro film, immedesimatevi in un personaggio e anche se conoscete già il finale abbiate delle aspettative. Date alla vostra noia una bellissima trama. Che meriterà anche un sequel.
Ma questo è solo l’inizio.
Prendete in mano il telefono. Chiamate il cugino che non sentite da anni, chiamate l’amico con cui avete litigato, chiamate la vostra ex e chiedetele scusa per tutto il casino che avete fatto. Sfogliate la rubrica del cellulare. È il momento. È il momento di chiedere scusa a coloro con cui avete litigato, è il momento di fare un bello scherzo telefonico ad una persona che non sentite da anni per poi palesarvi e farla ridere.
È il momento. È il momento di coccolarvi. È il momento di stare vicini a distanza, di scambiarvi i pensieri come si scambiano baci, è il momento di farvi carezze con un affetto che può apparire virtuale, ma che deve esserci fino all’ultimo.
Coccolatevi, anche solo per telefono, scambiatevi pensieri come si scambiano le figurine alle elementari, scambiatevi le bellezze di sensazioni, ma anche di dispiaceri, scambiatevi il profondo non la superficie.
Perché la bellezza si nasconde anche in casa, si nasconde dentro di noi.
Poi coccolatevi anche voi stessi. Fatevi una torta, dei biscotti, un mega giga hamburger.
Accarezzate il vostro cane, giocate con lui e se avete un partner o dei figli coccolateli fino allo stremo.
Fate anche cose senza senso.
Ma a cui il senso lo date voi.
Ascoltate la musica, ma non quella che danno alla radio, ma quella che vi fa emergere ricordi molto ma molto piacevoli. Quella musica che ascoltavate al liceo, nelle serate con la prima ragazza per cui avete provato qualcosa. La musica del vostro primo bacio.
Poi fate anche la routine, studiate, leggete le mail, se siete volontari andate anche sulle ambulanze a fare il vostro dovere.
Ma tutto tornerà come prima.
Tutto questo finirà.
Ma datevi un solo obiettivo: godervi anche questa situazione.
Nel vostro piccolo potete farcela.

Tutto questo come è iniziato finirà!
Andrà tutto bene!

Viaggio nel mio mondo… articolo numero 100!

Scrivevo così, quasi per gioco. Come quel giorno che preso dalla foga decisi di aprire un blog qui, su WordPress. Nella mia vita scrivere è quasi sempre stata una routine, ma non una monotona routine, una routine fatta di up and down, una routine quasi allegra da vivere. Scrivo. Sempre. Da quando ho imparato. Scrivo per passione. E adesso scrivo anche per lavoro. Amo scrivere, amo prendere le emozioni, impugnarle con le mani e donarle a voi, a volte con delicatezza a volte come se fossero sberle. Scrivere è diventata una passione.

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