Reportage su infermieri di Parma

Un mio articolo sul giornale dell’Università di Parma che riporta la testimonianza di tre giovani infermieri che lottano nei reparti e sulle ambulanze contro il Coronavirus. Un articolo a mio parere molto interessante che propongo anche qui sulla mia pagina di WordPress. A volte non si può aiutare vivendo delle avventure ma si può aiutare riportandole e facendole conoscere a molte persone. Questo è il mio impegno in quarantena!

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Tutto questo finirà…

Tutto questo finirà…

Finirà il virus, la quarantena, i telegiornali che danno orribili notizie, che contano i morti e i sopravvissuti di questa epidemia, finirà questa infezione che sta rallentando il mondo intero.
Finirà tutto. Nel migliore dei modi. Ci vuole solo pazienza.
Torneremo a correre per le vie, torneremo in Università e a scuola, torneremo a baciarci.
Torneremo a vedere le partite negli stadi, e perché no a giocarle noi stessi.
Ma il tempo non si perde mai. Non si deve perdere mai.
State in casa, sì, stateci che è strettamente necessario per la fine di questo grosso problema.
Ma non perdete il vostro stile. Metteteci del vostro.
Ammazzate il tempo. Uccidetelo. Fatelo fuori.
Curatevi. Curate la vostra bellezza. Curate tutto ciò che vi circonda.
Amatevi, ma amate voi stessi perché siete voi l’amore della vostra vita.
Prendete soffi di vita, soffi di respiri a piene mani.
Non mollate neanche un minuto.
Leggete. Il mondo è fatto per essere letto. Leggete libri che leggevate da bambini o se avrete sempre letto quelli leggete libri da adulti. Prendeteli a piene mani, sfogliateli, fate il solletico alle pagine, carezzateli e corteggiateli. Leggeteli con avidità come se fosse l’ultima cosa che leggete, leggeteli con una verve che vi farà vivere le stesse avventure incise nere su bianco.
Amate i tempi morti. Curatevi, fatevi una bella doccia ma di quelle che dura anche un’ora, un’ora e mezza. Prendetevi i vostri spazi, fate ordine nelle vostre vite.
Guardatevi un film, ma un film con stile non le solite stronzate che guardate per ingannare il tempo. Guardatevi un film di Benigni, di Fellini, di qualcuno che ha due palle grosse che fanno paura.
E vivetelo, vivete il vostro film, immedesimatevi in un personaggio e anche se conoscete già il finale abbiate delle aspettative. Date alla vostra noia una bellissima trama. Che meriterà anche un sequel.
Ma questo è solo l’inizio.
Prendete in mano il telefono. Chiamate il cugino che non sentite da anni, chiamate l’amico con cui avete litigato, chiamate la vostra ex e chiedetele scusa per tutto il casino che avete fatto. Sfogliate la rubrica del cellulare. È il momento. È il momento di chiedere scusa a coloro con cui avete litigato, è il momento di fare un bello scherzo telefonico ad una persona che non sentite da anni per poi palesarvi e farla ridere.
È il momento. È il momento di coccolarvi. È il momento di stare vicini a distanza, di scambiarvi i pensieri come si scambiano baci, è il momento di farvi carezze con un affetto che può apparire virtuale, ma che deve esserci fino all’ultimo.
Coccolatevi, anche solo per telefono, scambiatevi pensieri come si scambiano le figurine alle elementari, scambiatevi le bellezze di sensazioni, ma anche di dispiaceri, scambiatevi il profondo non la superficie.
Perché la bellezza si nasconde anche in casa, si nasconde dentro di noi.
Poi coccolatevi anche voi stessi. Fatevi una torta, dei biscotti, un mega giga hamburger.
Accarezzate il vostro cane, giocate con lui e se avete un partner o dei figli coccolateli fino allo stremo.
Fate anche cose senza senso.
Ma a cui il senso lo date voi.
Ascoltate la musica, ma non quella che danno alla radio, ma quella che vi fa emergere ricordi molto ma molto piacevoli. Quella musica che ascoltavate al liceo, nelle serate con la prima ragazza per cui avete provato qualcosa. La musica del vostro primo bacio.
Poi fate anche la routine, studiate, leggete le mail, se siete volontari andate anche sulle ambulanze a fare il vostro dovere.
Ma tutto tornerà come prima.
Tutto questo finirà.
Ma datevi un solo obiettivo: godervi anche questa situazione.
Nel vostro piccolo potete farcela.

Tutto questo come è iniziato finirà!
Andrà tutto bene!

Giornata Mondiale del Volontariato

Ieri era la giornata Mondiale del Volontariato. Ho scritto un bellissimo articolo sul sito della Croce Rossa di Parma di cui faccio parte e non solo lo condivido ma vi invito a leggerlo per capire la mentalità, le emozioni e tutto ciò che passa per la testa di un volontario. E la bellezza di fare volontariato!

https://parma.cri.it/notizie/item/271-volontarieta-il-nostro-principio-d%E2%80%99azione.html?fbclid=IwAR20GFU0hGNbgl-KuRxyyOMG2QTyvy4Kl-noQedkG1F9Au4vVAoIMjXCGxo

Tramonti social

Dal primo Insta(nte) del mattino, da quando ci svegliamo all’alba, siamo sempre alla Ricerca di rapporti umani, di rapporti Social(i), in cui sentirci vivi e valorizzati. Abbiamo bisogno di Condividere momenti tristi e divertenti in una Galleria di emozioni fortissime. Abbiamo bisogno di scrivere la nostra Storia, di mettere Like ai nostri sogni. Così alzandoci ci attacchiamo ad uno schermo, prendiamo in mano lo smartphone e diamo il buongiorno a chi siamo più legati. Un Telegram(ma) di vita. Mandiamo un “Ciao”, urliamo un “Hey” (magari anche a Google), un Invio di saluti e abbracci ad ogni persona a noi cara, alle singole persone che amiamo nella nostra vita. Un mare di Ricordi ci viene alla mente. E il sorriso si allarga alla prima Risposta che il cellulare ci Notifica. Passiamo la giornata legati a Social, legati a messaggi istantanei che noi viviamo come rapporti intensi e inviolabili. Viviamo in quello che crediamo essere un mondo pieno di persone tutte con un puntino verde attaccato alle braccia o con un ultimo Accesso recente. Le persone vive sono Online. Ma aprendo gli Access(i) chiudiamo i ponti. Ci mostriamo App(artati) nella nostra inclusione sociale. Ma mai un abbraccio, mai due voci che si gridano contro, mai un bacio che ci fa capire di essere vivi. E non in Streaming.  Mai uno scambio di affetti (nemmeno su Netflix), affidando la nostra vita sociale ai social. Sempre dietro a scrivere Stati(camente) seduti sul divano. Ad un Live(llo) di socialità bassissimo. Quando dovremmo prendere in mano le nostre vite e correrci in contro dal vivo. Vivere anche leggendo i Book (non solo quelli Face e quelli Fotografici), apprezzando l’arte e soprattutto il valore della vita. Rimaniamo Statici nel nostro mondo. Un mondo in cui non ci abbracciamo mai, in cui non ci diamo baci e come nella più bella delle opere d’arte le nostre dita non si toccano mai. E allora è il tramonto.

L’11 settembre visto da un bambino di 6 anni. Cresciuto a panini al ketchup, giornali e lezioni di vita

Era l’11 settembre del 2001.

Io, a soli sei anni, ero coricato in mezzo alla cucina della zia paterna che mi stava preparando la merenda. Ricordo ancora che mangiavo pane e ketchup. Già a sei anni la mia cultura culinaria era disgustosa.

Guardavo il mio programma preferito. La Melevisione. Nonostante non abbia nulla a che vedere con questo articolo, vorrei sottolineare che era una generazione diversa, che era una generazione nutrita a compiti e televisione, nutrita di programmi simpatici e le decine di libri di Geronimo Stilton. Non esistevano gli smartphone, non esisteva la monotonia dei social. Ma la bellezza di una merenda con la zia. Anche se al sapore di ketchup.

Bambini, milioni di bambini, incollati a rai 3 quel giorno videro la storia. Qual giorno che cambiò la storia con il più grave attentato mai fatto in tutto il mondo.

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Editoriali di emozioni, editoriali di vita

Leggere un giornale lo trovo sinceramente noioso. Il mio sogno è diventare giornalista e sono appassionatissimo nella lettura di decine se non centinaia di quotidiani. Sia online che cartacei. Cronaca, pareri, interviste, opinioni, passioni e politica sono fatti di vita, importanti, sicuramente da leggere per capire come si struttura la nostra società e quali sono le vie da intraprendere perché essa migliori. Ma spesso le vicende vengono scritte senza emozioni. Piatte.

Anche a leggere un libro a volte faccio fatica. Fantasy, gialli, libri d’amore o veri e propri reportage di eventi. Emozionanti, su questo non ci piove, che viaggiano nella stessa direzione di regalare momenti rilassanti, appassionando, incuriosendo, stimolando pensieri idee. Leggere libri è bello e piacevole. Ma spesso non riesco ad immedesimarmi nel protagonista principale: lo scrittore.

Così ho scoperto i blog.

Ed ho scoperto un mondo.

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Una lettera per una ragazza… alla persona sbagliata!

Sei felice.
Sei un giornalista (più o meno).
Sei felice.
Stai uscendo con una ragazza (più o meno).
Sei felice.
Più o meno. 
Almeno lo eri fino alle 18.22.

Poi il tuo cuore deve essersi fermato.

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Una storia da non credere – In ricordo di Vittorio Zucconi

È iniziato tutto così, come una cotta nei confronti di una ragazza.
Da un giorno all’altro.
Non si po’ definire cotta dai, nelle cotte provi un certo desiderio nei confronti di una qualche femmina che ti circonda, ammiri il suo corpo, ti conturba la sua simpatia. Desideri portarla a letto. Ma la mia cotta non fu per una giovane collega di studi.

Io mi innamorai dei giornali.

Era novembre 2008. In tutto il mondo si parlava dell’imminente elezione di Obama come presidente degli USA. Decine di immagini in tv, su internet, sui siti che allora si faceva ancora fatica a consultare con delle connessioni lentissime.

Poi c’erano loro. I giornali.

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In ricordo del Ponte Morandi. I cani che abbaiarono a Genova abbaiarono anche a Parma

Io nella foto con un cane durante il servizio, sotto la poliziotta che vece la differenza a Genova

L’articolo, la mia esperienza, con i Poliziotti Cinofili che fecero la differenza a Genova, riportata sul sito della Croce Rossa di Parma nella quale presto servizio come volontario. Loro vennero a Parma sia prima che dopo la tragedia del Morandi, per la sicurezza stradale con i loro amici a 4 zampe. Cani che sia a Parma ma sopratutto a Genova furono determinanti.

https://parma.cri.it/notizie/item/262-in-ricordo-del-ponte-morandi-i-cani-che-abbaiarono-a-genova-abbaiarono-anche-a-parma.html