Piove sul bagnato

La pioggia cadde giù, giù, giù
infradiciando tutto
ed il fiume crebbe su, su, su
entrando dappertutto
e io in mezzo ai flutti
così mi spaventai
che questo post di merda
in fretta scribacchiai.

La storia di oggi inizia così.

“Buongiorno”
Mmm.
“Nico noi andiamo”
Andate.
“Ciao”
Lasciatemi dormire.
La mia mattina inizia così, con il buongiorno di due poveri genitori che scappano il più lontano possibile da me, un disastro che in qualche modo riuscirà a creare dei problemi anche oggi, ad 80 km di distanza.
Loro partono in fretta, vanno su nell’Appennino da amici, parenti, non lo so… Ma il più lontano possibile da me.
Dopo che loro sono già partiti, mi alzo, mangio la prima cosa che trovo in frigorifero, della bresaola e uno yogurt e poi mi piazzo davanti al computer.
“Che cazzata scrivo oggi su Facebook?”.
Il pensiero ricorrente di ogni mattina è questo.
Niente.
Non ho idee.
Per svegliarmi meglio mi avvio verso il bagno per fare la doccia.
Apro l’acqua.
Intanto mi guardo allo specchio.
“Cazzo guardi!? Fatti la doccia!” mi risponde la mia fotocopia al di là del vetro.
“Sì, ma stai calmo” gli ribatto io.
Mi tuffo sotto la doccia. E mi lavo velocemente.
Poi le cose corrono veloci.
Suona il citofono.
Suona il telefono.
Il cane abbaia.
A qualcuno dovrò rispondere.
Chiudo l’acqua della doccia.
O meglio provo a chiuderla.
Il rubinetto mi rimane in mano.
E la pioggia continua a scendere.
Merda.
Il cane abbaia.
Il telefono squilla.
La pioggia cade.
Chiamo subito i miei genitori.
“Pronto”. La voce di mio papà è un po’ scocciata.
Indovina cosa ho in mano.
“Sto guidando, dai dimmi in fretta”
No, indovina cosa ho in mano.
“La tua furbizia è la volta buona che l’hai trovata!” risponde papà.
No, il rubinetto della doccia, qui piove!
Silenzio. Mio padre ha già capito che riesco a combinare danni anche in loro assenza.
“Riattaccalo” mi risponde.
Eh ma no, qui piove sul bagnato.
“Vai in cucina e chiudi l’acqua di tutta la casa”
Ma sono bagnato poi bagno io tutta la casa rispondo.
“E niente, allora lascia piovere tutta la giornata”
No. Vado in cucina e chiudo l’acqua.
Mi sento un uomo vissuto, con le mani sporche dal rubinetto nascosto sotto il lavandino della cucina, le ginocchia sporche perché mi sono chinato sul tappentino della cucina tutto unto e con il volto di una persona che ha appena salvato la casa da allagamenti.
Riprendo in mano il telefono.
“Papà ho fatto tutto ma ora dove mi lavo le mani?”
Il telefono si chiude magicamente.
Ma li capisco, riesco a rompere le scatole anche quando tra di noi ci sono ottanta Km di distanza.
Al tempo stesso sono triste e felice.
Dove mi lavo le mani?
Ma la cagata da scrivere su Facebook ce l’ho.

La pioggia cadde giù, giù, giù
infradiciando tutto
ed il fiume crebbe su, su, su
entrando dappertutto
e io in mezzo ai flutti
così mi spaventai
che questo post di merda
in fretta scribacchiai.

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