Le malattie dell’Internet

Ero già sotto le coperte. Pronto ad addormentarmi.

Un ultimo sguardo alle notifiche di Facebook dallo smartphone che mi illuminava il viso nel buio della camera. Mi sono imbattuto in un video.

Questo diventa virale anche se è un cancro

Ho pensato questa frase.

E mi sono chiesto per una frazione di secondo in che cazzo di lingua stessi parlando.

Caro Internet ti sei ammalato. O siamo noi che siamo malati di te? Cosa volevo dire in quella frase? Quella frase che mi è passata nel cervello come un fulmine. Una frase lampo. Eppure mi ha così colpito, mi ha lasciato perplesso, mi ha fatto riflettere.

Ho notato che usiamo sempre più termini legati alla sfera medica, emotiva e psichica applicati all’informatica (osservazione banale, Nicolò). Che il Web, che Internet per noi è diventata una persona, con un’anima, con un corpo, con delle emozioni, che ci insegna, che ci parla, che ci aiuta in tante cose come comunicare, nell’ambito dell’intrattenimento e che a sua volta ci fa vivere un’intera gamma di sensazioni ed emozioni (altra osservazione banale Nicolò, alla terza sei fuori).

Ma come una persona, come un corpo, il Web si ammala.

Internet si è ammalato.

E non parlo di quella parte di Internet che molti considerano “malata” perché ricca di contenuti pornografici, macabri, degradanti.

Parlo dell’Internet di tutti i giorni.

Parlo di Facebook, Instagram, Whatsapp, Google  e di tutti quei siti che ogni giorno ogni persona munita di uno smartphone, di un PC ama frequentare per diletto, per lavoro o per semplice noia.

Come nasce una malattia di Internet? Cosa intendo per malattia di Internet?

Internet non è un bravo paziente. Tende molto facilmente ad ammalarsi.

Al suo interno i suoi contenuti diventano facilmente virali. Virale. Da virus. Qualcosa di virulento che non è da intendersi come il malware che ci infetta il computer e ce lo blocca, ma virale inteso come qualcosa che si diffonde velocemente. Qualcosa che come una malattia si diffonde capillarmente e celermente in tutto il corpo, che lo infetta ovunque. Non è necessariamente da intendersi come qualcosa di negativo, anzi. Nel gergo del Web infatti è qualcosa che è condiviso da centinaia di persone, ha migliaia di click e milioni di visualizzazioni. Un po’ il sogno di ogni blogger,video maker, cantante o artista. Tutti speriamo che il nostro lavoro su Internet diventi virale, che sia cliccato, che sia condiviso.

Eppure la viralità è pericolosa.

Perché (analfabeti funzionali di tutto il mondo riunitevi) spesso a diventare virali sono bufale (“Loro alle terme con il WiFI e i nostri nelle caverne!!1! E il governo ke fa??!), “notizie shock” (++NON CREDERAI AI TUOI OCCHI++), catene (condividi anke tu se hai un cuore) e una marea di stronzate. Sì e sottolineo STRONZATE. Le stronzate di cui non abbiamo bisogno.

Ed è qui che il virus si trasforma in cancro.

Il cancro su Internet è qualcosa di cui ormai (nonostante sia una stronzata) non riusciamo più a sbarazzarcene. Ci siete andati in tangenziale con il trattore a comandare? Ve li siete goduti i video di Andre Diprè, di Francesco Sole e  dei peggio Youtuber? Vi siete presi a secchiate di acqua e ghiaccio solo perché lo faceva qualche vip? L’avete bevuta la birra tutta di un sorso taggando gli amici? L’avete messa l’immagine di profilo con la bandiera della Francia? Li avete cercati anche voi i Pokemon?

Cancro, cancro e cancro.

Ed è qui che la malattia esce dal computer e ci infetta. Sì signori, le malattie dell’Internet escono dal computer, dal palmare, dallo schermo e vi infettano. Ci infettano.I bambini si infettano. Gli adulti si infettano. Maschi e femmine che dir si voglia si infettano.

Siamo malati anche noi.

Parlo per me. Anche se questo strumento ha influenzato il mio metodo di studio, il mio modo di pensare e di agire sono malato anche io. E non dico malato solo perché sono dipendente da questo strumento. Ma perché anche io ho cercato i Pokemon, perché anche io ho scrollato le spalle con fare arrogante, perché anche io ho ballato i peggio cancri del Web e riso davanti al trash più puro. E nel rapimento dell’ignoranza ho smesso per quei pochi minuti di pensare. Non ho pensato allo studio, ai miei problemi, ai miei progetti. Ecco perché sono così virali. Ecco perché le stronzate ci piacciono tanto. Perché ci entrano nella mente e ci impediscono di pensare con la nostra testa. Ci omologano, ci danno delle fittizie certezze, ci danno l’idea che vada tutto bene, ci condizionano emozioni e sentimenti. Insomma il Web fa tutte le cose che dovrebbe fare il cervello. Per questo quando spengo il computer ho paura. Paura di non poterne fare più a meno.

Internet mi ha infettato.

E voi siete infettati?

E con questa domanda spengo la luce e torno a dormire.

Sempre sperando di non essere banale.

8 pensieri su “Le malattie dell’Internet

  1. Allora…premesso come precedentemente che da quando ti ho scoperto per caso mi piaci …perche’drammatizzare ?forse del pc di internet di facebook non possiamo farne piu’ameno ma ti sei mai chiesto quante donne(e ora anche quanti uomini soli si sentirebbero ammalati di lavatrice?o di automobile?…Si certo col virus di internet dobbiamo i.parare ad andarci cauti ea non lasciarci zombizzare …ma visto che il web si e’tanto impossessato di noi, facciamo si’ da poterlo utilizzare nel modo piu’proficuo e utile possibile….

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    1. Innanzitutto grazie di leggere i miei articoli. Vedi, io penso che Internet sia l’Invenzione più importante di sempre… per questo mi piace scrivere tanto su di essa. Ma (in modo provocatorio) ho voluto descrivere quella parte dell’Internet che ci fa male, che ci condiziona in modo negativo. Il mio articolo era una provocazione e deve essere intesa come tale, ma con uno scopo: far riflettere il lettore. Internet è come un “super potere” dobbiamo solamente imparare ad usarlo! ;)

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  2. Forse la malattia non é il Web 2.0. Internet ha solo connesso quelle persone che prima erano distanti. Il fatto che la parola virale, si adatti sia ad un contenuto, sia ad una malattia, non vuol dire che internet sia quest’ultima. Il social, le milioni di views in pochi giorni, sono la prova tangibile che il mondo pulsa e vive, per l’appunto, connesso, insieme. Internet é un posto per tutti, ma dove tutti vogliono piú spazio. É una forte metafora di quanto abbiamo bisogno degli estranei nella nostra vita.

    Poi senza dubbio, la vera malattia é la qualitá dei contenuti. Ma questo articolo ‘malato’ non é. Ottimo spunto di riflessione.

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    1. Internet come già ho scritto è l’invenzione del secolo, anzi del millennio! Agli scout c’era un motto: “lascia il posto migliore di come l’hai trovato”. E questo cosa centra con Internet? Che ognuno di noi può divertirsi in questo “universo parallelo” ma deve lasciarlo come l’ha trovato. Anzi meglio. Per questo odio cosi tanto le bufale, la disinformazione, l’ignoranza, i flame, cancri e metastasi varie… Ognuno deve pensare che questa invenzione può fare male a qualcun altro se usata nel modo scorretto; dobbiamo solo rendercene conto…

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  3. filosofoinriposo

    Ciao Nicolò
    Il tuo post è foriero di riflessioni. Grazie per spingere a pensare, e bravo per il contenuto nel post.
    Molte volte mi sono chiesto anche io queste cose, ma senza trovare le parole giuste per riportare in versione scritta questi pensieri.
    La nostra vita è cambiata notevolmente dopo l’arrivo di internet, del web e dei social. Mi chiedo spesso, cosa ho perso nella mia vita, cosa ne ho guadagnato. E’ una riflessione che vorrei condividere con tutti, specie con chi come me, ha vissuto gli ultimi anni dell’era “analogica” e l’avvento dell’era “digitale”.

    Andando al solo ambito dell’informazione, noto che ho accesso ad una marea di informazioni in più ed a portata di click, però che la mia attenzione, rimbalza come una scimmia da una notizia ad un’altra senza approfondirne una. Certo è un mio problema, non pretendo che sia un problema di tutti. Io vivo questa perdita di profondità, che credo che in un mondo molto più complesso come l’attuale, è una pecca molto forte e limitante per me.

    Non vorrei essere però presuntuoso come certi personaggi pubblici delle ultime settimane, però il tuo esempio, mi fa capire, che la ricerca del contenuto “virale”, possa essere un sintomo più vasto, della attenzioni ridotta nei confronti di questo mare magnum di informazioni che la rete è. Se non è così, chiedo venia. Spero di poter essere più profondo io nella mia interazione con la rete.

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    1. Oh che bello. Adoro i “guest post” sul mio blog. Mi piace l’idea che qualcuno provi ad immedesimarsi in me tramite i miei articoli. Ti dirò… mi ha fatto riflettere il fatto che sottolinei il fatto di passare da una notizia all’altra senza approfondirla. Per me è proprio l’opposto. Se qualcosa non attira il mio interesse, è vero, scorre nella mia home come sabbia tra le dita. Ma se fa tanto di attirare la mia curiosità allora mi ci tuffo dentro e ci nuoto come un pesce. Cerco informazioni, cerco link, cerco fonti, cerco, cerco e ancora cerco.. la ricerca dell’informazione è proprio il bello di Internet. Quando voglio scrivere un articolo (vedi le mie piccole “inchieste” come quella sugli analfabeti funzionali) mi piace documentarmi, scavare sempre più in fondo alla notizia, setacciare alla ricerca di curiosità e di materiale attendibile. Internet è come un mare. Sai quanti relitti carichi di tesori si trovano sui suoi fondali? Sai quante ricchezze nasconde? Bisogna solo saper navigare (in tutti i sensi) e riuscire a trovare in mezzo alle tonnellate di stronzate la bellezza, l’originalità, la poesia, i sentimenti e le emozioni. Ancora grazie per la riflessione :)

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  4. amleta

    Chiunque clicca su video e notizie e gossip dona il potere a chi crea queste macchine commerciali per far soldi facili. Molte bufale infatti son create apposta e anche momti video stupidi. Perchè ormai il target è ben noto e quindi creano prodotti ad hoc per coloro che guardano solo questo genere di cose.

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  5. Ciao…una vita che no.n ti leggevo piu’ Sempre interessanti i tuoi articoli.Fanno pensare .E anche se e’ attraverso internet che posso leggerti poco importa.L’ importante e’ poterti leggere..ed essere cosi spinta a riflettere.Bellala malattua della riflessione,noncredi? Ad ogni modo tu hai ragione ..Gli stessi telegiornali ormai danno le notizie passate prima dal web e che quindi potrebbero anche non essere affatto vere o non cosi vere…Pero’ ti diro’.Prima del web l’ ha fatta da padrona la televisione che di vero ha trasmesso davvero poco…E poi l’ automobile chee’ diventato il nostro primo cancro e adesso e’ unibrido tra la comodita’ di spostarci e il rimanere sempre connessi ,anchequando la connessione puo’ diventare mortale…Io credo che il vero cancro non sia tanto internet quanto il bisogno nostro di far parlare di noi nel bene o anche nel male purche’ se ne parli…Potremmo non. avrere piu’ connessione,televisione o macchina ma sono certa troveremmo semore il modo di far parlare di noi,possibilmente, indelebilmente.I vecchi graffiti ,in fondo, cosa sono se non un tentare di far parlare di noi…E se fossero tutte bufale anche quelle e noi avessimo capito una cosa e ne fosse avvenuta tutta un’ altra?Nic continua a riflettere e a porti e a porci domande che obbligano alla riflessione…Ma non ti angustiare…se molti preferiscono il “panem et circenses” al “cogito ergo sum” E’ nella natura umana cercare spensieratezza….Un abbraccio e auna prossima

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